perché la Gen Z chiede coworking e non solo smart working
Se domani decidessi che i tuoi dipendenti lavoreranno solo da remoto, sarebbero felici? Forse dipende dal lavoro e dalla generazione di cui fanno parte.
Quando pensiamo alla Gen Z e al lavoro, ci viene subito in mente il remote first. Ma i dati raccontano una storia sorprendente: il 91% dei giovani professionisti dichiara di volere più interazioni dirette con i colleghi, e quasi 7 su 10 si sentono isolati lavorando solo da casa.
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Benessere, crescita e produttività
La Gen Z non cerca solo una scrivania: vuole sentirsi parte di una comunità. Nei coworking si incontrano persone diverse, si condividono idee e si vive un senso di appartenenza che difficilmente lo smart working esclusivo può offrire.
Per le aziende questo significa ridurre il rischio di turnover e creare una cultura inclusiva e viva. Con NOTONLYDESK, puoi offrire ai tuoi collaboratori spazi di lavoro flessibili, in città diverse e con ambienti che stimolano relazioni autentiche.
Lavorare da casa a lungo può aumentare stress e solitudine: oggi solo 1 Gen Z su 3 si dichiara psicologicamente in salute. Gli spazi di coworking, al contrario, sono progettati per benessere e concentrazione, con luce naturale, aree relax e occasioni di confronto diretto.
Il nostro consiglio
Il coworking non è solo un posto dove sedersi a lavorare: è un acceleratore di relazioni e produttività. Vuoi trattenere i giovani talenti? Ecco tre azioni che puoi attivare con NOTONLYDESK:
● Onboarding veloce: accogli i nuovi assunti in spazi condivisi, così entrano subito in contatto con colleghi e cultura aziendale.
● Retention attiva: offri la libertà di scegliere coworking diversi, evitando isolamento e calo di motivazione tipici del full remote.
● Controllo HR: gestisci tutto da una sola piattaforma, con report su utilizzi e costi per non perdere il controllo del budget.